Mi guardo intorno e vedo solo gente con il sorriso perfetto. Denti bianchi ovunque, nessuna sporgenza, nessun difetto, e mi chiedo come sia possibile. Non dovrebbe essere la norma! Semmai l’eccezione che conferma la regola, in fondo non ci sono sula terra due esseri umani completamente identici (ad eccezione dei gemelli omozigoti, ovviamente) pertanto come è possibile che ci siano tanti denti che si assomigliano gli uni agli altri?

Problemi di ortodonzia

Cammino per strada, di pessimo umore, e penso a quanto il destino sia stato ingiusto con me, a quanto sia immeritato che proprio a me sia capitata una sfortuna tale, quando in famiglia nessuno, ma proprio nessuno, ha problemi di denti. E non importa che sia sabato, o che la giornata sia splendida, o che la scuola sia quasi finita e che quest’anno io abbia fatto particolarmente bene da essermi guadagnata un’estate priva di compiti per le vacanze. Avrei mille e mille volte preferito, guardandomi allo specchio, vedere una fila dritta di denti naturalmente allineati. Invece, ciò che sono costretta a vedere ogni volta che guardo me stessa è una ragazza che sorride con le labbra sigillate per paura di mostrare al mondo dei denti molto disordinati. 

All’ultima visita il dentista mi ha dato l’ultimatum: ortodonzia ora o mai più. E mi ha garantito che rinunciarvi mi farà pentire per tutta la vita. Ed è ovvio che si parla qui di ortodonzia fissa, di quelle che ti porti avanti per quattro, cinque anni minimo e che ti etichettano come “la ragazza con l’apparecchio”. Non posso che rassegnarmi al mio destino, accettare l’ortodonzia e sperare che i prossimi anni della mia vita passino rapidamente nella mia percezione del tempo, sapendo che difficilmente sarò una ragazza popolare a scuola, che probabilmente non avrò un fidanzato e che di certo, almeno i primi tempi, in molti si prenderanno gioco di me, facile bersaglio degli scherni di chi non ha problemi di denti, di chi ha cattiveria, di chi ha necessità di distogliere l’attenzione da se stesso.

Cammino verso lo studio dentistico, consapevole che una volta uscita da lì sarà iniziato un nuovo capitolo della mia vita. Il periodo dell’ortodonzia. Entro, mi siedo in sala d’attesa e una parte di me scalpita per uscire prima che sia troppo tardi, perché quella parte di me preferisce continuare a sorridere a labbra strette per tutta la vita. Esci! Grida quella parte di me. Corri via senza voltarti! Ma l’io razionale la vince e mi fa rimanere seduta, in paziente attesa dell’ortodonzia. Ed ecco che l’assistente mi fa cenno di seguirla…